Camaron De la Isla

José Monje Cruz, noto come Camarón de la Isla (San Fernando, 5 dicembre 1950 – Badalona, 2 luglio 1992), è stato uno dei più influenti cantanti di flamenco nella storia. Con una carriera che si estende dal 1958 al 1992, ha pubblicato 25 album, tra cui 18 in studio, 1 live e 6 raccolte. È considerato una leggenda del flamenco, rivoluzionando il genere con il suo stile unico.

Infanzia e Gioventù

Nato in una famiglia numerosa, penultimo di otto figli, Camarón ha iniziato a cantare fin da bambino per sostenere la famiglia, soprattutto dopo la morte prematura del padre. Il suo soprannome, “Camarón” (gamberetto), gli fu dato dallo zio a causa della sua magrezza, della carnagione chiara e dei suoi capelli biondo rossicci. Cresciuto in un ambiente ricco di tradizione flamenca, Camarón è stato fortemente influenzato da artisti come Manolo Caracol e Antonio Mairena.

Già a sette anni si esibiva in bar e osterie, tra cui la mitica Venta de Vargas, un luogo di culto per gli aficionados del flamenco nella Baia di Cadice. A dodici anni vinse il primo premio al concorso di flamenco del Festival di Montilla (Córdoba), un riconoscimento che segnò l’inizio della sua ascesa artistica. Inizialmente coltivava anche il sogno di diventare torero, ma abbandonò questa ambizione. (cit “…è più facile cantare che diventare torero!”)

Carriera e Collaborazioni

Camarón, a diciotto anni, entrò a far parte dello spettacolo del Tablao Torre Bermejas di Madrid, dove rimase per dodici anni, accompagnato dal chitarrista Paco Cepero che ne era il direttore artistico. Fu in questi anni che conobbe grandi artisti come Bambino e Lola Flores, che riconobbero subito il suo straordinario talento. Partecipò anche al film Casa Flora, dove cantò in playback su una motocicletta, in una scena ispirata a James Dean.

L’incontro più significativo della sua carriera avvenne a Madrid, dove conobbe Paco de Lucía, il quale lo definì “un uomo che possiede una magia senza confini”. Insieme, formarono una delle coppie più iconiche del flamenco, incidendo album rivoluzionari come Canastera (1972) e Soy Gitano (1989) nel quale Paco però compare come produttore e chitarrista solo in alcuni brani. Dal 1981 Camaròn iniziò un nuovo sodalizio artistico con il chitarrista Tomatito, con cui raggiunse l’apice della sua carriera.

Innovazioni nel Flamenco

Nel 1979 pubblicò La Leyenda del Tiempo, un album che segnò una vera e propria rivoluzione nel flamenco. Il disco, prodotto da Ricardo Pachón, mescolava il flamenco tradizionale con elementi di jazz, rock e musica progressiva, includendo adattamenti di poesie di Federico García Lorca e la partecipazione di artisti del calibro di Kiko Veneno e il gruppo Alameda. Inizialmente l’album fu accolto con freddezza dai puristi, ma col tempo divenne una pietra miliare del flamenco moderno.

Nel 1989 registrò l’album già citato, Soy Gitano, il disco più venduto nella storia del flamenco, con la collaborazione dei chitarristi Tomatito, Vicente Amigo e Raimundo Amador.

Un altro concerto memorabile si tenne a Malaga nel 1990, dove i cantes tradizionali riaffiorarono in tutta la loro forza, dimostrando la capacità di Camarón di innovare senza perdere le radici.

qui di seguito il link per ascoltarlo:

Vita Privata e Ultimi Anni

Camarón si sposò con Dolores Montoya, conosciuta come “La Chispa”, con cui ebbe quattro figli. Nonostante il successo, la sua vita fu segnata da problemi di salute e dalla dipendenza dalla droga. Sulla mano sinistra aveva tatuata una luna crescente, in omaggio alle radici arabe del flamenco.

Il 12 maggio 1992 venne pubblicato il suo ultimo album, Potro de Rabia y de Miel, con la partecipazione di Paco de Lucía e Tomatito, quasi come un testamento musicale. Un mese e mezzo dopo, il 2 luglio, morì a soli 41 anni a causa di un cancro ai polmoni. Al suo funerale parteciparono centomila persone, un momento struggente per la Spagna intera.

Eredità e Riconoscimenti

Dopo la sua morte, le vendite dei suoi album subirono un’impennata e la sua figura divenne ancora più leggendaria. La sua vedova parlò di “due vite di Camarón”: quella prima della sua morte, quando era un uomo, un padre e un artista in crescita, e quella dopo, quando il suo mito si consolidò.

Nel 2005 uscì il film Camarón, diretto da Jaime Chávarri e interpretato da Óscar Jaenada, seguito dal documentario Camarón: Flamenco y Revolución di Alexis Morante e dalla docuserie Netflix Camarón Revolution: De la Isla al Mito.

Curiosità su Camarón de la Isla

  1. Un Innovatore del Flamenco: Camarón è stato uno dei primi a mescolare il flamenco tradizionale con altri generi come il jazz e il rock. Questo gli permise di attrarre un pubblico più giovane e internazionale, ma inizialmente gli costò critiche da parte dei puristi.
  2. L’album “La Leyenda del Tiempo (1979) fu all’inizio un flop commerciale perché molti fan tradizionalisti del flamenco non accettarono le sue innovazioni. Tuttavia, oggi è considerato uno dei più grandi album di flamenco di tutti i tempi.
  3. Un Amuleto Speciale: Camarón portava sempre con sé un piccolo amuleto che gli aveva dato sua madre, credendo che lo proteggesse. Questo dimostra il profondo legame con la sua famiglia e le sue radici gitane.
  4. Amicizia con Paco de Lucía e Tomatito: I rapporti con i chitarristi Paco de Lucía e Tomatito furono fondamentali nella sua carriera. Con Paco, creò alcuni degli album più iconici del flamenco e  con Tomatito stabilì una collaborazione che durò fino alla fine della sua vita.
  5. Un Segno del Destino: Si dice che Camarón avesse predetto il suo destino attraverso la canzone “Viviré”, in cui canta della sua morte imminente. La canzone fu pubblicata solo pochi anni prima che gli venisse diagnosticato il cancro ai polmoni.
  6. Vita Semplice: Nonostante la fama, Camarón mantenne uno stile di vita relativamente semplice, restando legato alle sue radici gitane e alla sua famiglia. Questo gli guadagnò il rispetto sia del pubblico che dei colleghi.
  7. La Llave de Oro del Cante è uno dei riconoscimenti più prestigiosi nel mondo del flamenco, assegnato solo in rare occasioni a cantaores di eccezionale rilevanza. Istituito nel 1868, è stato conferito soltanto cinque volte nella storia: a Tomás el Nitri (1868), Manuel Vallejo (1926), Antonio Mairena (1962), Camarón de la Isla (2000) e Fosforito (2005).

    Camarón de la Isla ricevette questo riconoscimento postumo nel 2000, a testimonianza dell’impatto rivoluzionario che ebbe sul flamenco. Nonostante la sua carriera fosse già stata segnata da una trasformazione radicale del cante, mescolando tradizione e innovazione, durante la sua vita non gli fu mai assegnata la Llave de Oro. Questo mancato riconoscimento in vita suscitò dibattiti nel mondo flamenco, in quanto alcuni settori più conservatori faticavano a riconoscere il suo contributo come erede e innovatore del cante jondo.

    L’assegnazione della Llave de Oro del Cante a Camarón avvenne quindi con un significato riparatore, celebrando definitivamente il suo ruolo centrale nella storia del flamenco. Fu riconosciuto non solo come un grande cantaor, ma come un’icona che aveva trasformato il genere, rendendolo universale senza tradirne l’essenza.

  8. Sevillanas di Carlos Saura  Camaròn de la Isla partecipò al film Sevillanas di Carlos Saura (1992), ma al momento delle riprese era già gravemente malato. Soffriva di un tumore ai polmoni, diagnosticato troppo tardi, e la sua salute era in rapido declino. Nonostante questo, riuscì comunque a registrare la sua parte nel film, eseguendo una sevillana con Tomatito alla chitarra e con al baile Manuela Carrasco.
    Per quanto riguarda la scena con Manuela Carrasco,  si dice che il montaggio sia stato completato dopo la sua morte, avvenuta il 2 luglio 1992. Non si sa con certezza se abbiano registrato insieme nello stesso momento o se l’abbinamento sia stato fatto in post-produzione. Considerando il modus operandi di Saura, che spesso giocava con le riprese separate di cantaores e bailaores per poi unirle nel montaggio, è possibile che sia stato un accostamento realizzato successivamente.

Documentari su Camarón de la Isla

La vita e la carriera di Camarón de la Isla hanno ispirato diversi documentari, che esplorano la sua straordinaria influenza sul flamenco e la musica in generale. Ecco alcuni dei più significativi:

  1. “Camarón: Flamenco y Revolución” (2018)
    Questo documentario, diretto da Alexis Morante, è uno dei più completi sulla vita di Camarón. Il film esplora la sua carriera, la sua eredità musicale, e la sua vita personale, con interviste a familiari, amici, e collaboratori, tra cui Paco de Lucía e Tomatito. È arricchito da materiale d’archivio raro e inedito.
  2. “Camarón: La película” (2005)
    Diretto da Jaime Chávarri, questo film biografico è a metà strada tra il documentario e il film drammatico. Sebbene sia una rappresentazione più romanzata della sua vita, offre una visione profonda delle sfide e dei successi di Camarón. L’attore Óscar Jaenada interpreta Camarón, offrendo una performance acclamata.
  3. “Tiempo de Leyenda” (2009)
    Questo documentario si concentra specificamente sulla creazione dell’album rivoluzionario “La Leyenda del Tiempo”. Esamina come questo album ha cambiato il flamenco, rompendo con le tradizioni e introducendo nuove influenze musicali. Include interviste con i collaboratori che hanno partecipato alla realizzazione del disco.
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